IL SOGNO DI ICARO

Il sogno è, secondo un importante psicoanalista, una specie di magazzino ausiliario dove depositiamo ciò che ci agita, ci turba, ci impressiona, ci fa paura, ciò ci uccide di emozioni. Nel sogno non vediamo distintamente, tutto ci appare soffuso, non nitido, sfocato, e questo ci consente di far scomparire l’eccesso emozionale, consentendoci una vita “normale”. Il sogno in pratica trasforma l’indicibile, l’incomprensibile, in simboli comprensibili e condivisibili tra gli umani.

L’artista, tra gli umani, si assume la fatica di indagare i confini del sogno.

Come il sogno, il racconto e la fotografia, operando con gli stessi parametri, sono un atto di scomparsa dei nostri turbamenti e ci aprono all’immaginazione.

Con questo lavoro, l’Autrice arriva ai confini del suo sogno e già ci promette di andare oltre. D’altronde, può un’anima grande avere confini? Questo cielo grigio, diventerà presto luminoso. 

I fitti rami non saranno più inestricabili grovigli del passato, ma comode ed accoglienti piste d’atterraggio per voli sicuri e senza limiti. Il lungo apprendistato, intriso di timori, a volte ingrigisce anche l’anima, e poi, non sai neppure come, apri le ali, senti l’aria spingerti all’insù, e via!

Complimenti!

Motivazione del giudice Giorgio Cerutti